Pacco, doppio pacco e contropaccotto!
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Data di pubblicazione: 19-06-2024 |
Tempo di lettura: 4 min
Pacco, doppio pacco e contropaccotto!
Ma cosa succede con il reso “gratuito”??? Il conto, molto salato, lo pagheranno i nostri figli e il pianeta…
E la Fast fashion? Una moda sempre più di moda...Ma che fine fanno i prodotti invenduti???
Quanto ci piace star seduti spulciando al computer tra i vari oggetti che vogliamo acquistare, per poi ordinare quel che più ci piace e meno ci costa.
Il corriere ce lo porta e magari non ci piace più o abbiamo sbagliato l'ordine, perciò lo rimandiamo indietro, tanto non costa né fatica né denaro.
Quante volte ci sarà capitato di abusare di una scena di questo tenore? Ma attenzione, nella vita reale ogni pacco ha un suo costo "sommerso" prima di giungere alle nostre porte ed essere aperto nelle nostre stanze.
Il packaging ha un costo: cartone, plastica a volte polistirolo più o meno espanso e pluriball vogliono ritagliarsi uno spazio sempre più grande in questo mondo. Secondo Corepla, il consorzio per il riciclo degli imballaggi di plastica, l'e-commerce ha rappresentato il 15% del totale della plastica immessa al consumo nel 2016 (un aumento del 200% in 10 anni).
In termini di CO2 il pacco ordinato online può arrivare a causare l'emissione di 180 kg rispetto agli 11 della busta tradizionale acquistata in negozio.
E poi, farsi mandare il pacco con una consegna veloce ci piace ancora di più.
Una studio del MlT di Boston dichiara che la consegna "prime" richiede un dispendio di energia 3 volte maggiore rispetto alla consegna tradizionale. Ad esempio per consegnare in un solo giorno devono esserci più corrieri e più mezzi in circolazione. In Italia ogni giorno circolano per le strade 20mila furgoni che hanno consegnato più di 300 milioni di pacchi.
Ma quanti chilometri avrà mai percorso quel pacco prima di approdare a casa nostra? E con quali mezzi? L' ultimo è il furgoncino, ma prima un camion un altro furgone una nave o un aereo? O tutti quanti! Anche il trasporto ha un costo che noi paghiamo poco in economia (a volte è fin gratis), ma pagheremo molto in salute con disinteressi altissimi. Il doppio pacco prevede il reso della merce. I resi sono in costante aumento: per fare un esempio, solo quelli di Zalando equivalgono a circa il 50% dei prodotti ordinati, ciò vuol dire che su 140 milioni di ordini effettuati in tutto il mondo 70 milioni di pacchi vengono trasportati avanti e indietro. Un' inchiesta di Report ha condotto un'indagine per verificare per quanti chilometri viaggino i capi d'abbigliamento acquistati dalle principali aziende del settore. Hanno introdotto un localizzatore GPS in ogni vestito per tracciarne gli spostamenti: in 58 giorni 24 pacchi hanno percorso circa 100000 km attraverso 13 paesi europei e la Cina. Mediamente la distanza percorsa dai prodotti per consegna e reso è stata di 4500 km, il tragitto più breve è stato di 1147 km ,il più lungo 10297 km.
A tal proposito è molto interessante vedere cosa succede con la fast fashion, una moda sempre più di moda. Sì chiama così perché prevede che passino solo 15 giorni dall'ideazione alla messa in commercio di un capo di abbigliamento di pessima qualità e ad un prezzo sempre più basso. L' industria della moda è tra i settori produttivi più inquietanti e inquinanti, un sistema vorace che utilizza enormi quantità di materie prime più consumo e inquinamento d'acqua e di suolo. Tantissimi capi d'abbigliamento immessi sul mercato per essere usati pochissimo e poi gettati. Questo prevede la fast fashion, così vestono e si svestono veloci i giovani cultori della nuova moda iper consumista super economica ipoecologica. Ogni anno nell'Unione Europea vengono gettati via 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili (circa 12 kg a persona), mentre a livello globale la produzione ed il consumo di tali prodotti sono raddoppiati dal 2000 al 2015 e triplicheranno entro il 2030.
È un treno rapido in corsa spinto dal vento della moda usa e getta, ma prevista, adottata ed applicata dalla fast fashion machine.
Il contropaccotto potrebbe essere facilmente rappresentato da quello che è il maggior distributore di tutto nel mondo, ovvero Amazon. Lo scorso anno ha prodotto 45 milioni di tonnellate di CO2 pari all' impronta ecologica dell'intera Svezia . Il trasporto aereo di Amazon continua ad essere ovviamente in costante aumento, come quello navale. Ricordiamo quanto tale trasporto merci sia una delle principali cause di emissioni globale di CO2. Insistendo con il contropaccotto, che fine fanno i prodotti invenduti che il venditore terzo non intende ricevere indietro? Siccome il magazzino va svuotato il più velocemente possibile e non deve esserci giacenza, il non venduto va distrutto!!! Non sempre si tratta di prodotti danneggiati, anzi, ma il venditore, spesso cinese, preferisce affidarsi a questo servizio Destroy visto che riprendersi la merce e spedirla nuovamente in Madrepatria gli costerebbe decisamente di più.
In Italia, ad esempio, si distruggono ogni anno 1,5 milioni di oggetti, in Francia 3 milioni nella sola "area Destroy" Amazon.
Per capirne l' impatto ecologico 100 nuovi televisori che vanno al macero incidono quanto 54 viaggi Milano Pechino. Speriamo senza ritorno...
La soluzione? Tornare in bottega a scegliere e provare prima di acquistare. Comprare prodotti di qualità fatti con materie prime sostenibili che durano nel tempo e non cascare come fessi nelle trappole degli addetti al marketing...in pratica essere consapevoli di ogni piccolo gesto che facciamo.
Benscelto promuove scelte sostenibili
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